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12    IL SILENZIO: PREZIOSO, MA ....

Anche su chi conosce il valore del silenzio come mezzo di riscoperta di valori, di incontri ravvicinati con lo spirito di Dio, di comunione con gli uomini, quando questo sia volontariamente cercato, serenamente adottato ed offerto come culto profumato a Dio, incombe la tentazione di gettarsi voluttuosamente fra la gente pittoresca e tumultuante, partecipando al coro di parole vane o gravide di significati nefasti.

La tentazione dell'inebriante valzer delle parole può avere, anche dopo la dolce e spirituale esperienza di Dio, il sopravvento sulla fragile creatura.

È duro per chi è vittima di fragilità spirituale passare accanto ad uno spettacolo cistercense e non parteciparvi in prima persona, e non essere attori di uno psicodramma, di un rituale corale. Il ricordo di altri piaceri e momenti di alto coinvolgimento, che innalzano e premiano più dei giochi del Mondo, sfuma agli occhi del debole, e si avvera una caduta sempre più rapida e verticale come accade a tutti coloro che corteggiano un vizio.

L'amaro risveglio di chi ha partecipato ad un vacuo gioco con premi materiali, con lo spettacolo brillante finito, senza più luci né rumori né compagnie esaltate, si risolve in una desolata solitudine, in una forma non invocata che avvolge e fa paura, parente della claustrofobia.

A livello di coscienza emerge, sempre per chi è stato vittima delle illusioni del Mondo, l'angoscia di un abissale vuoto spirituale che sembra incolmabile.

Il ricordo del silenzio del culto trascurato si traduce in rimpianto per la pienezza, la comunione, la pace che offriva.

E per chi è capace di andare, oltre il rimpianto, al pentimento ed alla fiducia nella misericordia del Signore, si riapre la serena visione di reincontrarsi con gli Amici sulla terra e con l'Amico del Cielo, per vivere insieme e tempo e culti e fraternità, accomunando pensieri e parole, detti e non detti - annullando insieme a loro la notte, il vuoto e la solitudine che un rapporto errato col Mondo avevano per un periodo popolato la propria vita.

Nel Culto Silenzioso ritrovato si chiarisce a poco a poco quale può essere un sano rapporto col Mondo, cui va portato il frutto di una continua testimonianza di fede, di speranza e di carità.

(Bologna 12.2.1988)

« Io posso arrivare a Dio mediante Keats, tu mediante Beethoven e un terzo mediante Einstein. Non dovrebbe l'educazione per un cristiano significare proprio questo - ampliare e coltivare il paese di Dio - e le materie di qualsiasi programma scolastico essere divisate quali vie verso una vita in Dio più piena in modo progressivo oppure, per cambiare metafora, come finestre ognuna delle quali offre una nuova vista sul Regno dei Cieli? »

(Caroline C. Graveson: Christian Faith and Practice)

« La chiesa vivente ha una funzione profetica - il dovere di usare la sua facoltà di visione spirituale sì da penetrare sotto la superficie della vita fino al suo significato interiore. »

(Will. Charles Braithwaite. Christian Faith and Practice)


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