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13    SEDUTI IN CERCHIO NEL CULTO

La scelta quacchera di porsi in cerchio, seduti intorno a un tavolo su cui si trova una Bibbia o un mazzo di fiori, risponde ad una antica usanza degli uomini di riunirsi per comunicare fra loro in modo orizzontale.

Non è un vezzo per cercare l'originalità o una diversa forma di suggestione religiosa: è un provato mezzo di comunione fra gli uomini in un rapporto più ravvicinato, più sentito, più stretto.

Persone di diversa estrazione sociale o preparazione culturale si sentono più eguali fra loro, più umili, più disponibili, e tutte egualmente poste di fronte a Dio.

La lontananza dal pulpito, dal predicatore, dalle prime panche, dalle ultime panche, che comporta un distacco fra le persone ed una seppur limitata soggezione da chi presiede il culto, l'isolamento di chi ha una angoscia e non riesce a comunicare stando al suo posto fisso di ogni domenica, sono scomparsi quando si è nel culto in cerchio. Non c'è pulpito se non quello ideale di Cristo, non ci sono elementi di distrazione.

Nel silenzio esterno c'è un forte aiuto al silenzio della mente che divaga meno del solito, e discute meno tra sé e sé, e non giudica quel che vien detto dal pulpito, e non si preoccupa di parlare o non parlare. C'è di sicuro l'ascolto, un riascolto di cose conosciute che passano da sole al vaglio del silenzio e diventano più interessanti o si scoprono definitivamente insignificanti.

La sacralità formale viene a poco a poco, culto dopo culto, sostituita da un senso spontaneo del Sacro, nel rapporto sacro col prossimo e in quello intimo con Dio.

Le cose degli altri, gli affanni espressi liberamente da un'anima in pena sono fardello di tutti, e l'io diventa NOI e finalmente si capisce come Dio possa essere in noi.

La conoscenza della Parola di Dio non è più delegata a nessuno. Chiunque può citarla nel culto facendola o meno seguire da un pensiero. I versetti citati qualche volta splendono di luce propria.

Ci si stupisce come mai, pur essendo un Culto Silenzioso, esso sia interrotto da più di un intervento e non si venga disturbati nella propria meditazione, e che lo si consideri egualmente e sinceramente Culto.

Non esiste un dialogo fra due. Se ha luogo, in quanto i due sono dimentichi di partecipare ad un culto comunitario, il dialogo rompe l'atmosfera di raccoglimento. Ciò però non accade fra quaccheri di lunga esperienza.

Un sentimento, ignoto ad altre forme di culto, la tenerezza, fa capolino fra i partecipanti al culto silenzioso, e ci se ne rende conto al momento in cui si pone termine alla riunione, dopo circa un'ora, dandosi tutti la mano. Quante amarezze, rancori, dispiaceri, egoismi vanno cancellati in quel gesto che è, veramente, tutto un programma.

(Firenze 10.9.1988)

« Educate gli uomini senza religione, e ne farete degli abili demoni. »

(Attribuito a Wellesley, Duca di Wellington)


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