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6    SILENZIO E SANTITÀ ?

Tutte le esagerazioni sono pericolose. L'esaltazione di uno strumento può farlo diventare più grande di ciò che realmente è: un tramite per giungere ad un fine, una leva per sollevare da un livello ad un altro. Una forchetta può portare il cibo alla bocca, ma non va identificata con il cibo.

Se il silenzio fosse garanzia di santità, o la santità stessa, il rumore, la confusione, il massimo livello acustico potrebbe essere automaticamente identificato con il peccato, la perdizione.

È vero soltanto che con il silenzio, od una forma comunque raccolta nell'atteggiamento religioso, si facilita l'ascolto della voce dello Spirito, il contatto con l'essenza più profonda di sé e con Dio.

Non si può assolutamente condannare come peccaminosa ogni e qualunque situazione diversa dal silenzio, anche perché vi sono state e vi sono nel mondo forme sincere di pietà religiosa che si svolgono in modo da prevedere canti e preghiere ed esclamazioni che sono congeniali e preziose per elevarsi a Dio per chi le pratica.

E quante volte, anche per chi ha scelto il silenzio come forma principe di culto, il contatto con lo Spirito è avvenuto in altro modo, benedetto anch'esso per la pace che porta ed i frutti che dà.

Non bisogna baciare le pietre della via che si percorre per arrivare a Dio - ma ringraziare Dio per averci concesso di trovarla e di percorrerla, senza inquinarla.

(Livorno 20.11.1986)

« La Verità è amore nella espressione.
Il Bene, amore in azione.
Il Bello, amore nella realizzazione.
Vizi, errori e ignoranza, amore incosciente.
Il Dolore che le sue reazioni provocano, risveglia la Saggezza,
amore incosciente. »

(R. Tagore: L' Ora di Essere)


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