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8    UN TEMPO PER OGNI COSA

(Eccl. 3.1-8; 8.5,6, Luca 19.44 )

Secondo il poeta dell'Ecclesiaste, v'è un tempo per ogni cosa, anche per parlare o tacere.

Ma il non parlare non ha necessariamente valore religioso, e di norma non consiste nel silenzio dedicato esclusivamente a Dio, in forma di culto.

Il kairos del silenzio, l'occasione straordinaria di un incontro cultuale con Lui, lo dobbiamo mettere da parte, trovarlo a tutti i costi anche nel ritmo incalzante della vita moderna, fra le strettissime pieghe di un impegno e l'altro. Fermando l'orologio del tempo cronologico se occorre.

Sarà tempo perduto?

Al dubbio, che assale spesso il neofita risponde, se partecipa in modo frequente, il senso di pace e la distensione che durante e dopo il periodo di silenzio si inverano, proiettandosi ben oltre i confini di un'ora di culto.
Il culto stesso si prolunga per tutto lo spazio che intercorre fra questo e il successivo.

I problemi appaiono sotto una luce meno fosca, nelle loro dimensioni reali, e del tutto abbordabili; le preoccupazioni quotidiane si allentano, fino ad apparire banali; la fretta non ha senso ("dove corri?" ti chiedi, e "perché corri così?"; l'angoscia non abita più qui; ogni cosa va a posto, e sarà affrontata con calma, a tempo e luogo. Il tutto senza un briciolo di esaltazione mistica.

L'uomo ritrova, dopo tanto tempo sprecato rincorrendo fuorvianti chimere, il senso reale della vita, del rapporto con gli altri, con la natura, con Dio - perdendo per lunga pezza o per sempre un atteggiamento di guardinga difesa verso tutto e tutti.

È il miracolo di una frazione di tempo vissuto in una dimensione scandita dal ritmo dello Spirito, non dal pendolo di uno strumento meccanico che conta monotonamente secondi, ore, giorni in vista della fine.

Un periodo di tempo vissuto così, in raccoglimento religioso, fa apparire ogni altro uso del tempo inadeguato e insignificante, e comunque gettato via per la crescita spirituale. C'è un senso di vergogna per una vita sin qui spesa male, e un nuovo impegno a spenderla meglio.

E per spendere meglio la vita, l'uso del tempo dedicato al silenzio per avere indicazioni divine, è una scelta sacrosanta: è un modo discreto per offrire il tempo che ci resta a Dio.

(Firenze 5.4.1987)

« Ora so guardando indietro negli anni, che nulla mi ha trasportato nella vita di Dio, o ha fatto di più per dischiudermi l'infinito significato dell'amore, del fatto che l'amore può ricoprire quest'abisso di separazione (era morto il figlio undicenne), che può passare sopra il visibile e resistere al disopra dell'abisso: L'unione mistica non si è spezzata e non conosce fine. »

(Rufus M. Jones: The luminous trail)

« Il forestiero che soggiorna fra voi, lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l'amerai come te stesso; poichè anche voi foste forestieri nel paese d'Egitto. »

(Lev. 19.34 : A.T.)


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