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3    PAROLE NON DETTE

Nel silenzio del Culto, all'inizio di questa esperienza, la mente raziocinante non trova un vero riposo e nell'assenza di un metodo particolare di autocontrollo, i sentimenti sono agitati e confusi.

Una folla di parole si presenta in libertà sullo schermo dell'immaginazione, che tu solo contempli o senti come una colonna sonora in una cuffia: le leggi e le ascolti, e di solito non ti piacciono. Suonano vuote e persino false.

Ma proprio perchè taci, e non sei tenuto a parlare, ti rendi conto che è bene non pronunciarle, non esporle, e più che in altre occasioni le parole non vanno messe in circolo senza consapevolezza, e ciascuno deve aderire fino in fondo a ciò che è vero dentro - come il sorriso alla letizia e alla simpatia, il bacio alla tenerezza e all'amore, il pianto al dolore e alla compassione.

E a poco a poco, pur se dotato di facondia, ti liberi dal fiume traboccante di parole vane - bugiarde - fuorvianti - demagogiche - interessate - altisonanti - autocompiacenti, lasciandole cadere come foglie morte, e ti distendi psicologicamente, aspettando di riempire ogni vuoto che lasciano con parole che vengono da Dio.

Solo quando e se ne avrai ricevute potrai, sentendone chiaro l'impulso, trasmetterle ad altri che meditano insieme a te, in forma breve ed essenziale, ma in mancanza di quell'impulso preciso sarà ugualmente positivo non trasmetterle oralmente, limitandosi a serbarle nel cuore ed a viverle pienamente.

È inoltre veramente possibile comunicare in modo completo e profondo con tutti i presenti al culto anche senza parole o gesti, trasmettendo pensiero e sentimenti a livello di coscienza, constatando che gli altri li ricevono e li contraccambiano.

Nel culto silenzioso, vuoi le parole dette che quelle non dette sostituiscono totalmente ogni lettura, preghiera, canto o sermone religioso e danno un senso di rara pienezza e profondità.

(Livorno 1.12.1985)


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