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19    UN SILENZIO ELOQUENTE

V'è chi parla... e non dice niente.
V'è chi tace ... perché non ha nulla da dire.
V'è chi tace ... per ascoltare.
V'è chi tace ... per non dire la verità.
V'è chi tace ... perché ha paura.
V'è chi tace ... perché è superbo.
V'e chi tace ... ed è a suo modo eloquente.

Dio è il più eloquente fra tutti quelli che tacciono.

È vano parlare contro le parole vane di cui è pieno il mondo.
È utile esprimere parole che vengono dal cuore.
È prezioso leggere negli atti d'amore la Parola di Dio.
Il Dio che parla allo spirito dell'uomo nel Silenzio non ha confini linguistici, perché il linguaggio dello spirito è universale.
Chi l'ascolta, questo Dio senza parole, mediante la fede, l'ispirazione, la contemplazione, la sintonia sulla lunghezza d'onda dello Spirito, è consapevole che Dio emana continui messaggi.
L' uomo, che ha la radio ricevente del profondo bloccata dalla propria superbia, accusa lo spirito di non trasmettere.
L' uomo, che ha innalzato il suo io sul trono di Dio, ha creato un totale isolamento, tagliando così tutti i fili che lo collegavano alle fonti della vita e della verità.
L' uomo, una volta isolato, soffre nel suo vacuo silenzio spirituale, e piange nell'incomunicabilità.
Molti fra gli uomini stanchi di separarsi dai valori eterni, di illudersi con valori transitori, cercano di riannodare i fili tagliati da falsi maestri moderni.
Cercando tra i valori scartati trovano uno strumento antico, umile e potente, privo di ornamenti, di musiche, di immagini, di forme, di profumi inebrianti: il semplice silenzio dell'ascolto di sé, dell'altro, di Dio - e tornano a vivere nell'onda dinamica della vita senza confini di morte, di paura, di dolore.
Il Dio del silenzio ha parlato loro con accenti eternanti, sublimi, liberatori.

(Verbania 12.4.1991)


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