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18    IL SILENZIO NELLA VITA MODERNA

Nei suoi aspetti più deteriori, la società moderna, specie quella Occidentale, è agli antipodi del quaccherismo, e particolarmente del momento del culto, nella sua forma più antica, cioè del Silenzio.

Questo non perché il Quacchero rifiuti tutto della modernità - le forme di questa sono da riprovare solo quando inducono conseguenze negative per la crescita spirituale - ma perché la frenetica attività economica, politica, sociale e ludica impedisce con il suo ritmo la serena riflessione che permette di valutare principi e prassi a mano a mano che si presentano ed articolano.

Cose e azioni materiali odierne provocano riflessi negativi anche senza volerlo: l'eccesso di rumori provoca malattie e confusione, l'eccesso di traffico, di produzione industriale, di tecnologia, di pubblicità... provocano inquinamento fisico e morale, la generalizzazione dei simboli causa appiattimento, lo spettro della povertà induce paura e corsa al successo e al potere, l'orrore della morte invita a rifuggirne la presenza correndo vanamente dietro al piacere che è il solo che si diverte a sfuggire.

Queste pur superficiali cause di impoverimento etico e spirituale basterebbero da sole a farne a meno al massimo, cercando antidoti quali la ricerca dei veri valori religiosi.

Ove lo si sia incontrato, il culto silenzioso rappresenta un mezzo di facile accesso per cercare insieme ad altri, non in disperata solitudine, una gamma ininterrotta di valori che si presentano da soli allo spirito nel momento della meditazione.

Per quanto ferita e dolente, un'anima prova nel culto silenzioso una sorta di lenimento, come se una mano invisibile la coprisse portandola verso la guarigione, e il mondo, prima nemico e distante, diventa un grande malato da curare in vece nostra, anzi da curare per nostra mano, senza rancore.

Non tutti i culti sono così... terapeutici e creativi, non tutti i messaggi espressi da persone ispirate arrivano a tutti, non sempre è chiaro dove sta il bene e dove sta il male, ma è sempre chiaro che senza religiosità vibrante, senza incontri nel culto, senza lunghe meditazioni in silenzio, si spreca il nostro tempo lontano da Dio, e perciò stesso, lontano dagli uomini.

La via verso la verità divina è lunga, scoscesa, irta di difficoltà create dagli uomini - e gli ostacoli aumentano via via che si procede con questa modernità consumistica, illusionista, festaiola - ma la mano di Dio che si sente quasi concretamente nell'attenta meditazione ci può aiutare a superarle ad una ad una, senza affatto rinunciare ad un minimo di sano divertimento e di sport non competitivo.

(Livorno Ardenza 9.11.1990)

« Recherò con me -
l'ultimo amore della terra,
il dono d'addio della vita,
l'ultima benedizione dell'uomo.
Oggi la mia borsa è vuota.
Tutto quel che dovevo dare l'ho dato liberamente.
I piccoli doni che ogni dì ricevo -
un pò di tenerezza, un pò di perdono -
prenderò con me,
quando nella mia piccola zattera
farò l'ultima traversata
al silenzioso festival della fine ! »

(6 Maggio 1941 - ultimo compleanno di Rabindranath Tagore)


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